In tutta quanta la psicologia del «Vangelo» manca la nozione di colpa e di
castigo; come pure quella di ricompensa. Il «peccato», qualsiasi rapporto di
distanza tra Dio e l'uomo è eliminato - precisamente questa è la «buona novella».
La beatitudine non viene promessa, non è associata a condizioni: essa è la sola realtà - il resto è segno per poter parlare di essa...
La conseguenza di un tale stato si proietta in una nuova pratica di vita; la pratica propriamente evangelica. Non è una «fede» a distinguere il cristiano: il cristiano agisce, si distingue mediante un agire diverso. Nel senso che egli non oppone alcuna resistenza né a parole
e neppure nel suo cuore a colui che è malvagio verso di lui [...].
La vita del redentore non è stata nient'altro che questa pratica - anche la sua morte non fu null'altro...
Egli non aveva più bisogno di nessuna formula e di nessun rito per il suo commercio con Dio - e neppure della preghiera. Egli ha chiuso i conti con l'intera dottrina ebraica della penitenza e
della conciliazione; egli sa che soltanto con la pratica della vita ci si può sentire «divini», «beati», «evangelici», «figli di
Dio» in qualsiasi momento. Non la «penitenza», non la «preghiera per il perdono»
sono le vie che conducono a Dio: soltanto la pratica evangelica porta a Dio, essa appunto è «Dio»! [...]
Questo «lieto messaggero» morì come visse, come aveva insegnato - non per
redimere gli uomini, ma per indicare come si deve vivere. La pratica della vita è ciò che egli ha lasciato in eredità agli uomini: il suo contegno dinanzi ai giudici, agli sgherri, agli
accusatori e a ogni specie di calunnia e di scherno - il suo contegno sulla croce. Egli non resiste, non difende il suo diritto, non fa un passo per allontanare da sé il punto estremo, fa anzi
qualcosa di più, lo provoca... E prega, soffre, ama con loro, in coloro che gli fanno del male... Le parole rivolte al ladrone sulla croce racchiudono in sé l'intero Vangelo. «Questi in verità è stato un uomo divino, un 'figlio d'Iddio'! - dice il ladrone. «Se tu lo
senti» - risponde il redentore - «tu sei in paradiso, anche tu sei un figlio
d'Iddio...». Non difendersi, non sdegnarsi, non attribuire responsabilità... Ma neppure resistere al malvagio - amarlo... [...]
Soltanto noi, noi spiriti divenuti liberi, abbiamo i presupposti per comprendere qualcosa che diciannove secoli hanno frainteso - quell'onestà divenuta istinto e passione che fa guerra alla
«santa menzogna» ancor più che ad ogni altra menzogna... Si è stati infinitamente
lontani dalla nostra neutralità amorevole e cauta, da quella disciplina dello spirito con cui soltanto è possibile decifrare cose tanto nuove, tanto delicate: in ogni tempo si è voluto, con uno
spudorato egoismo, trovare in esse esclusivamente il proprio vantaggio, si è costruita la Chiesa in contrasto col Vangelo... [...] Che l'umanità sia prostrata in ginocchio dinanzi all'opposto di
ciò che era l'origine, il senso, il diritto del Vangelo, che essa abbia nel concetto di «Chiesa» consacrato esattamente ciò che la «lieta novella» sente sotto di sé, dietro di sé - sarebbe inutile cercare una forma più grande di ironia della storia mondiale.
Post di Gabriele Giordano